Latina, Padalino:"Non sono un visionario, so che abbiamo sbagliato delle cose"
Intervenuto in sala stampa prima del match in programma al Francioni domani alle 20:30 contro il Foggia, mister Pasquale Padalino traccia il momento dei nerazzurri.
È stata una settimana lunga, più lunga delle altre. Le chiedo su cosa avete lavorato principalmente, su cosa vi siete concentrati e come sta la squadra, se ci sono delle assenze. Come tutte le settimane andiamo, dopo aver menzionato quella che è stata la partita precedente, facendo anche i dovuti confronti con le altre.
"Abbiamo visto e analizzato quello che nel complesso magari ci può aver creato dei problemi e dove possiamo andare alla ricerca di un miglioramento, nel breve ma soprattutto anche nel medio-lungo termine. Noi siamo una squadra che tendenzialmente prova a giocare. Quando a fine gara contro la Turris ho detto che non avevo nulla da rimproverare ai miei, nonostante la sconfitta per 2-0, ovviamente è stata una riflessione fatta a caldo, che però mi è stata confermata anche a freddo. Non sono un visionario, so che abbiamo sbagliato delle cose, però poi nella sostanza, quando rivedendo la gara, ci siamo resi conto che sotto l'aspetto del gioco, sotto il controllo della gara, sotto la gestione del pallone per le cose che siamo allenati a fare, ancora sono da perfezionare, ma non abbiamo subito, non siamo stati sommessi, non siamo stati sopraffatti, siamo stati sicuramente poco determinati, in alcune situazioni un po' passivi. E su questo abbiamo puntato il dito questa settimana, proprio sul fatto di mettere, oltre alle qualità tecniche che sono indiscusse per gran parte dei calciatori, di abbinarci anche quella voglia di fare risultato, quel desiderio di vincere un contrasto, quell'agonismo sano che ci deve essere all'interno di una squadra per giocare per qualsiasi obiettivo. Che sia la salvezza, che sia il playoff, che sia la vittoria per il campionato alla fine dell'anno, è fondamentale che alla tecnica e alla qualità che viene riconosciuta da questa squadra, da me per primo, vada messo un qualcosa in più, che in queste tre partite c'è mancato. Perché se guardo solo le gare senza entrare nel dettaglio, nel meglio e soprattutto senza scavare, io non riconosco nessuna superiorità da parte dell'avversario, ma con dati alla mano. Ovviamente secondo il mio modo di vedere e per quello che è il mio modo di fare calcio non abbiamo subito l'irruenza. Forse l'unica squadra con la quale abbiamo avuto un confronto un po' più paritario è stata la Casertana, che tra l'altro ha trovato il pareggio al 98esimo. Ma anche lì c'è stata una disattenzione al 97esimo, quindi è sintomatico che dipende da un atteggiamento, da un vivere quel momento con poca percezione del pericolo e con poca pericolosità della situazione.Non puoi fare 95 minuti, seppur giocando, e poi al 97esimo prendi un gol che per principio non devi prendere. Non perché non si può prendere gol, ma perché non si può fare una linea difensiva molto lenta, poco aggressiva. Capita, perché è capitato anche ad altre squadre, non solo di Serie C ma anche di Serie A, ma la cosa importante è che i miei devono mettere quella attenzione dal principio, cioè devono capire che le loro qualità vengono esaltate se insieme ci mettono quella giusta cattiveria che occorre per voler giocare per qualche cosa. Perché diversamente non sei protagonista, ti ritrovi ad analizzare le partite, a dire cosa è successo che non è andato e vai alla ricerca di alibi. Occorre che ci sia determinazione in qualsiasi momento della partita, che sia il primo minuto quando sono lucido o quando dovrei essere lucido e a fine gara o nei tempi di recupero quando sono meno lucido e quindi anche in quei momenti devo avere la capacità di leggere la situazione, di leggere il pericolo".
Le chiedo come si risolve il problema del gol? C'è un problema del gol?
Si potrebbe dire che in zona gol si è poco freddi, poco lucidi, non siamo cinici, le solite giustificazioni o motivazioni se vogliamo chiamarle così, ma in realtà dipende dallo stato d'animo di un calciatore, da quanto vivi quella situazione, da quando hai dentro la convinzione di realizzare un gol anche apparentemente semplice perché se ci arrivi con un certo tipo di determinazione hai un risultato, se ci arrivi con una leggerezza perché apparentemente ti sembra semplice un altro, se ci arrivi sapendo di non arrivarci sicuramente non fai gol. Dipende anche dal comportamento di chi deve fare la rifinitura, di chi deve smarcarsi, di chi deve fare il passaggio giusto. Sono molte le motivazioni, le cause che portano a non essere così risolutivi, nonostante noi rispetto alle concorrenti alle quali abbiamo incontrato abbiamo creato molto di più.Potenzialmente c'è questa capacità, la squadra sta lavorando in questa direzione, ma poi manca sempre lo zampino, è evidente che va lavorato perché anche il lavoro negli ultimi venti metri lo si può fare, lo abbiamo fatto, non abbastanza, ma poi tutto dipende da quello che individualmente uno è capace di fare. Abbiamo recuperato Capanni, non abbiamo ancora recuperato quelli che sono fuori da qualche settimana, come i Polletta, Serbouti di turno. Ieri si è fermato per un problema di poco conto, credo, Di Renzo.Siamo tutti arruolabili, tranne qualcuno che può avere qualche piccolo acciacco, ma niente di preoccupante".
Quali soluzioni può dare un giocatore come Petermann a centrocampo?
"Petermann è un calciatore affermato in questa categoria, per le potenzialità che avrebbe potuto fare molto di più nella sua rispettabile carriera. Lui ha la capacità di giocata anticipata, di un calcio lungo, della visione di gioco, riesce a dettare i tempi e quindi aggiunge quella qualità ad una squadra che già ce l'ha. In più aggiunge la sua fisicità se riesce a controllarla, come non è stato a Taranto. Nel complesso è in grado di dettare i tempi ad una squadra che rispetto alle sue caratteristiche, vedi Riccardi, Ndoj, Ciko,partecipano molto di più alla fase offensiva, soprattutto nell'ultimo pezzo di campo. Lui riesce a dare quell'equilibrio che a mio parere è molto importante".
Lui è un ex, ma non posso non chiederle che tipo di partita sarà per lei.
"Per me non è la prima volta che incontro il Foggia, ormai ci ho fatto un po' l'abitudine. Credo che ci siamo incontrati nelle precedenti volte, ho fatto cinque incontri con il Foggia, una vittoria, una sconfitta e tre pareggi.Ma al di là di questo, ovviamente l'emozione c'è, sono Foggiano, ma per questa partita devo pensare esclusivamente a quello che è la mia squadra. Non voglio avere altre distrazioni, il cuore sarà messo da parte perché devo fare il mio mestiere, devo cercare di dare il mio contributo da professionista e da tecnico ai miei calciatori cercando il miglior risultato possibile. Finita la partita, ovviamente si ripristineranno i valori, gli affetti e quant'altro, ma per questa gara ognuno deve pensare alla sua carriera e alla sua strada".
Che squadra si aspetta?
"Il Foggia è una squadra che a parte la battuta di arresto contro il Monopoli, che è stata pesante, che ha inciso anche sulla gestione dei rapporti tra interno ed esterno, ha aperto già qualche discussione. Ma credo che questo la Foggia sia sempre capitato e continuerà a capitare. È una partita che vede due squadre che hanno voglia, come hanno scritto giornali e giornalisti, di riscatto. In realtà siamo alla quarta giornata. Io non la viverei personalmente con tutta questa tensione. Sappiamo tutti che il risultato è importante, tutti vogliono vincere, ma noi lavoriamo per provare a vincere.La certezza non ce l'ha nessuno. È una squadra che ha un'idea precisa del suo calcio, molto offensiva, che chiede al reparto più avanzato di occupare bene l'ampiezza con questo sistema di gioco. E noi abbiamo anche noi questo desiderio di regalare un successo alla nostra tifoseria, di prenderci una bella soddisfazione come squadra. Credo che le partite precedenti ci hanno visto raccogliere meno di quello che avremmo meritato. Parlando anche con la società, il presidente e il direttore sportivo hanno manifestato questa loro positività all'interno, nonostante di tre partite raccogliendo due punti, ma hanno visto che c'è stato sempre un massimo impegno. I limiti sono quelli che hanno potuto condizionare le gare con episodi come i due gol di Torre del Greco.La nostra è una crescita un po' più lunga perché lavoriamo su una programmazione lavorativa, su un modo di fare calcio che necessita di più tempo e non un calcio molto più sbrigativo dove occorre avere meno responsabilità e andare alla ricerca della concretezza. Sono due processi diversi".