Latina senza attaccanti, Boscaglia dovrà limitare i danni
Neanche fosse Paganini, il Latina non ci ha concesso il bis. Era prevedibile, difficile pensare che i nerazzurri potessero ripetere l’exploit di Catania in considerazione delle difficoltà d’organico con cui si trova a dovere fare i conti Boscaglia.
Il Latina non ha fatto un passo indietro come ho letto da più parti, è semplicemente cambiato l’avversario e conseguentemente sono mutate le condizioni. Lo stesso Boscaglia ha più volte sottolineato nel post partita che il Monopoli non è il Catania, è più aggressivo, ha più gamba, è più intenso. E le differenze rispetto a quattro giorni prima in Sicilia, sono apparse lampanti.
Una cosa è controllare, una cosa è proporre. Una cosa è il giro palla difensivo, una cosa è essere costretti al giro palla perché l’avversario non ti lascia spazio e tu non hai profondità né tanto meno l’ampiezza. Il Latina anche contro il Monopoli si è proposto con il 3-5- 2 pur non avendo giocatori adatti a questo modulo o, meglio, in sintonia con questo modulo. Sarebbe servito chi potesse creare la superiorità numerica ma nessuno, o pochi, tra i nerazzurri (ma è una carenza nazionale) è in grado di saltare l’uomo, ha nelle sue doti tecniche il dribbling secco, sul breve.
Il centrocampo del Latina non ha manovrato con lentezza, semplicemente i centrocampisti non “vedevano” a chi passare la palla. In assenza di chi, lì davanti, fosse in grado di dettare la profondità, la mediana è stata costretta a uno sterile giro palla, dando l’impressione di lentezza. L’inserimento di Bocic, anche se il serbo ha fatto poco e niente, è stato sufficiente a creare qualche smagliatura nella retroguardia avversaria, a portare al tiro Ndoj e Petermann, a uscire da una manovra forzatamente piatta e per linee orizzontali.
Bene ha fatto Boscaglia a confermare la formazione che aveva sbancato il Massimino: se i giocatori ti danno (e a Catania avevano dato molto), meritano di essere confermati. In corso di partita, viste le difficoltà nel finalizzare la manovra, il “senno di poi” (richiamato in conferenza stampa da Boscaglia) fa ipotizzare però che si poteva anticipare l’inserimento di Bocic e, soprattutto, di Riccardi o che Di Livio piuttosto che essere avanzato, come è stato in avvio di ripresa, tra Martignago e Improta, poteva essere allargato sulla fascia, a sinistra, proprio come aveva già provato a fare nel finale di primo tempo.
È una opinione. Le considerazioni comunque stanno a zero di fronte all’evidenza delle evidenze: senza due attaccanti di ruolo che diano un senso compiuto alla manovra, anche Boscaglia avrà di che dannarsi per limitare i danni.