Benevento e Crotone: due debacle nerazzurre con tanti punti in comune
Dopo la dura sconfitta rimediata con il Crotone (0-4) è impossibile non andare con la memoria alla precedente imbarcata incassata a Benevento (5-0) e non è solo il rotondo punteggio ad accomunare le due debacle nerazzurre.
Anche a Benevento, come domenica contro il Crotone, il Latina è stato costretto a scendere in campo con una formazione di emergenza, privo questa volta degli squalificati Ndoj e Mastroianni, ma soprattutto del portiere Zacchi, impegnato con la nazionale Under 21.
Domenica, come già a Benevento, una partita che richiedeva un approccio di grande attenzione, ha visto saltare in aria ogni progetto tattico dopo una manciata di minuti a causa di un erroraccio del portiere Cardinali, bravo poi a parare un rigore a Gomez, ma non del tutto incolpevole sul terzo gol del Crotone, scaturito da una conclusione a giro di Silva.
Proprio come in Campania, anche contro i calabresi la difesa è stata affidata a Marenco, Di Renzo ed Edoardo Vona con esiti a dir poco rovinosi. Il reparto arretrato è uscito con le ossa rotte dal confronto con il dinamismo dei già citati Silva e Oviszach e con l’imprevedibilità di Tumminello, apparendo perfino inerme al cospetto della prestanza altrui.
Proprio come a Benevento, il Latina domenica è mancato nella reazione. Sotto di due gol si è allungato, la mediana è andata in confusione. In numero di palle perse è aumentato, si sono smarrite le posizioni, ognuno ha dato l’impressione di non sapere bene cosa fare. Una moto franoso che non ha risparmiato nessuno: non Di Livio, non Petermann né tantomeno Riccardi, apparso il più smarrito di tutti.
Come a Benevento, il Latina s’è trovato di fronte uno dei migliori attacchi del girone tant’è che il bottino di reti realizzato dai pitagorici è secondo soltanto proprio a quello dei giallorossi campani. Ma di contro, il Crotone insieme alla Juve Next Gen ha la peggiore difesa del campionato tant’è che quello di domenica è stato soltanto il suo secondo clean sheet della stagione, e ciò nonostante i nerazzurri non sono stati in grado di creare occasioni da rete.
C’è però una differenza tra due sconfitte: mentre a Benevento nelle intenzioni di Padalino c’era il tentativo di prendere alto l’avversario, domenica Boscaglia ha volutamente concesso terreno all’avversario, con l’intento di sfruttare gli spazi lasciati a disposizione. Un atteggiamento che non poteva prevedere l’errore in avvio di Cardinali, ma che al contempo ha sopravvalutano la tenuta di una difesa già indebolita dall’assenza di Zacchi e di Berman. Il tecnico ha forse confidato troppo nelle capacità di interdizione di Ercolano e di Crecco, apparsi in difficoltà di fronte alla velocità e alle verticalizzazioni della manovra dei calabresi.
Una dura sconfitta che consente a Boscaglia di conoscere meglio i limiti, tecnici e nervosi, dei suoi uomini, con l’auspicio che il contraccolpo negativo non condizioni il già di per sé incerto cammino futuro dei nerazzurri.