ESCLUSIVA TL- Iadaresta:"Latina una parte importante della mia vita, la squadra può salvarsi"

25.11.2024 10:00 di  Laerte Salvini  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TL- Iadaresta:"Latina una parte importante della mia vita, la squadra può salvarsi"
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© foto di Matteo Ferri

Per Pasquale Iadaresta, il Latina non sarà mai una piazza qualunque. Con oltre 50 presenze e 32 reti in due stagioni, l’attaccante è diventato il simbolo della ripartenza post-fallimento, lasciando un segno indelebile nel cuore dei tifosi nerazzurri. Iadaresta ha vissuto momenti di grande entusiasmo in terra pontina, così come in Lucania, dove ha contribuito alla risalita dell’AZ Picerno in Lega Pro. L’esperto centravanti, con alle spalle campionati vinti e persino esperienze fino alla Serie A, si racconta in esclusiva su TuttoLatina.com in vista del match Latina-AZ Picerno.

Stai seguendo il Latina attuale? Che differenze noti con quello vissuto da te?

“Sì, lo seguo sempre. Il Latina è una parte importante della mia vita, una tappa bellissima. Lo seguo con attenzione, anche se mi dispiace vedere che sta vivendo un momento complicato, soprattutto da quando è in Serie C. Nonostante tutto, credo che la squadra abbia le possibilità per salvarsi. Guardando al campionato, ci sono alcune situazioni di squadre penalizzate, che possano permettere al Latina di risollevarsi. Penso basti poco davvero per impostare un cammino più sereno. Rispetto a quando giocavo a Latina, è cambiato praticamente tutto, se non qualche dirigente e il presidente. Si tratta di una piazza che mi ha lasciato tanto, anche fuori dal campo, dove ancora oggi coltivo delle amicizie e torno sempre con piacere”.

Hai conosciuto l’attuale società nei suoi primi anni, quando c’era molto entusiasmo. Come pensi sia cambiata e perché si è perso quell’entusiasmo?

“Quando sono arrivato a Latina, i primi sei mesi sembrava di giocare in Serie B. Le prime partite avevano un seguito incredibile, la passione si sentiva ovunque. La città era abituata a un certo livello di organizzazione, e la società funzionava come una realtà di Serie B, anche nella gestione degli allenamenti. C’era calore, partecipazione: il giovedì ai campi di allenamento era pieno di tifosi. Nelle partite del girone di andata, il primo anno, c’era un’atmosfera incredibile perché i tifosi ci seguivano in massa ovunque. Credo che ora il Latina abbia raggiunto la sua dimensione. In C sono stati valorizzati alcuni ragazzi e va dato atto al presidente Terracciano di aver riportato questa piazza tra i professionisti. Oggi lo stadio è semivuoto e manca quel feeling tra proprietà e tifoseria. Latina è una grande piazza, dispiace vedere questa indifferenza”.

Hai condiviso lo spogliatoio con giocatori come Cittadino e Vona, il primo è stato inizialmente escluso dal progetto tecnico. Entrambi hanno mostrato grande senso di appartenenza. Ti sei chiesto il perché?

“Sinceramente non lo so. Conosco Andrea da otto anni ed è un ragazzo che è cresciuto molto, sia fisicamente che mentalmente. Ha grande temperamento e qualità tecniche. È una persona che si impegna e si migliora costantemente. Se Cittadino sta bene fisicamente, può davvero fare la differenza, per il temperamento e le doti tecniche che ha. È un peccato non vederlo protagonista, ma queste sono dinamiche che non sempre si comprendono se le si osserva da fuori. Di certo è che giocatori come lui, o Edoardo Vona ed altri ragazzi della squadra, sanno cosa significhi vestire i colori nerazzurri”.

Il Latina fatica a segnare, mentre il Picerno sembra avere più qualità davanti con tante soluzioni. Come vedi questa partita?

“Il Latina sta attraversando un periodo difficile, soprattutto in fase realizzativa, e questo incide sui risultati. Dall’altra parte, il Picerno ha una grande energia e un’organizzazione che si nota. Se dovessi fare un pronostico, mi sento diviso, perché da un lato il Latina è una piazza che conosco e alla quale sono legato, ma dall’altro il Picerno dimostra di avere quella solidità che oggi manca un po’ ai nerazzurri. Mi auguro comunque che il Latina possa trovare la forza per cambiare rotta”.

Che ricordi porti dal tuo anno a Picerno? In una stagione ricca di soddisfazioni dopo un'estate complicata.

“Il Picerno è una realtà che ricordo con piacere. La squadra ha sempre dimostrato grande energia e una forte determinazione. Anche se non è stata magari la piazza più blasonata della mia carriera, ho sempre apprezzato la solidità della squadra e l’entusiasmo che c’era,m in quella stagione eravamo una squadra davvero forte. Il presidente ha fatto tanti sforzi per portare questa squadra a stabilizzarsi nel professionismo, ed è sempre bello vedere il Picerno lottare alla pari con le grandi del nostro calcio. Nella stagione post Covid abbiamo vissuto insieme momenti bellissimi. Parliamo di una squadra dove il senso di appartenenza è forte, ci sono giocatori che da anni hanno sposato la causa dei lucani. Dai senatori come Esposito o Pitarresi, ad Allegretto che ormai è diventato un giocatore ambito da molti in Serie C”.

A Picerno hai giocato con Summa e Santarcangelo, nella stagione 20/21 agli inizi della loro carriera. Si vedevano già le loro qualità?

“Santarcangelo è un attaccante forte, soprattutto di testa, con caratteristiche diverse dalle mie. Io ero più finalizzatore, mentre lui è bravo anche nel movimento e nel supporto alla squadra. Ha lavorato molto su sé stesso, migliorando tecnicamente. È un giocatore moderno, completo, e sono contento dei suoi progressi. Negli anni è migliorato molto tecnicamente, diventando abile sia negli inserimenti che nel supporto alla squadra Quanto a Summa, è un portiere che sta crescendo, e mi auguro possa avere il suo spazio. Sono entrambi ragazzi cresciuti a Picerno e che ora sono protagonisti tra i professionisti, sintomo che si è saputo lavorare bene in questi anni”.

Ti stai dedicando ai giovani in questa stagione. Quali sono i tuoi piani per il futuro?

“Questo potrebbe essere il mio ultimo anno da giocatore, e vorrei viverlo pienamente, cercando di segnare qualche gol e dando il massimo in ogni partita. Anche se non ho ancora piani precisi per il futuro, mi piacerebbe continuare a lavorare nel calcio, magari dedicandomi ai giovani o a un nuovo ruolo.”