Un Latina convincente ma una rondine non fa primavera

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio.
02.12.2024 10:00 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Un Latina convincente ma una rondine non fa primavera

Di tanto in tanto il Larina ci regala una piccola soddisfazione e il successo con il Picerno è una di queste. È la svolta della stagione? Lo abbiamo sperato anche dopo la vittoria sul Sorrento e il doppio 4-0 rimediato con Crotone e Trapani ha riportato tutti alla realtà di una squadra che necessita di una decisa revisione in sede di mercato invernale.

Diciassette giornate ci hanno insegnato che le vittorie del Latina nella versione attuale hanno poco di assoluto e molto di relativo all’avversario di turno. Il Latina soffre se aggredito, se affrontato in ampiezza, se attaccato in velocità e con improvvvise verticalizzazioni. I nerazzurri padroneggiano invece al cospetto di avversari lenti nel giro palla, che manovrano per vie centrali, che non aggrediscono. Il Picerno nella sua versione negativa ha rappresentato il compendio perfetto dell’avversario gradito al Latina, tale da esaltarne al meglio le qualità tecniche.

Questo senza volere sminuirne i meriti contro i lucani. Meriti che vanno riconosciuti a Boscaglia che ha proposto una formazione coraggiosa, priva di Di Livio e con Addessi al suo debutto da titolare. Soprattutto l’esclusione del capitano ha fatto rumore, tanto più che la prestazione della mediana è risultata tra le migliori della stagione. Sarebbe però sbagliato pensare che escludere Di Livio sia una soluzione definitiva ai mali del Latina o che Di Livio rappresenti uno dei motivi delle recenti pesanti sconfitte. La sua esclusione va letta per quello che è stata: una scelta tecnica conseguente al disegno tattico con il quale Boscaglia ha ritenuto di neutralizzare il gioco del Picerno.

L’aggressività è stata la chiave di volta che ha permesso al Latina di sovrastare l’avversario. Aggressività che non è da confondere con il pressing: il Latina non ha quasi mai raddoppiato la marcatura, ma ha aggredito spesso l’avversario e l’aggredente ha avuto sempre a poca distanza un compagno a cui destinare il pallone. Questo ha consentito al Latina di ripartire, di ribaltare rapidamente la manovra, di colpire l’avversario in uscita, di dare l’impressione di difendere alto. Quando è venuta meno l’aggressività, il Picerno è cresciuto e, come si è visto nel secondo tempo, il Latina ha dovuto rinserrare i reparti e a tratti affidarsi alla solidità della difesa.

Alla convincente prova del Latina non è stata estranea la buona prestazione di Bocic, brillante nell’uno contro uno così come nel sostegno all’azione di attacco. La presenza di Addessi ha liberato il giocatore serbo dalla responsabilità di sostenere l’intero peso del reparto offensivo oltre a fornirgli un costante punto di riferimento per le scorribande tra le linee avversarie. Una notazione che ribadisce l’importanza di inserire in organico una ulteriore prima punta di ruolo.

«Una rondine non fa primavera», ha commentato Claudio Ranieri al termine del confronto della Roma a Londra contro il Tottenham: una constatazione che calza a pennello al Latina, attesa alla prova della trasferta di Potenza.