Latina, Boscaglia è una garanzia per il presente e il futuro
Ci hanno sorpreso, squadra e società. Ci hanno preso in contropiede e finalmente ci hanno regalato un fine settimana di sorrisi e soddisfazioni.
A sorprenderci per prima è stata la dirigenza che dopo giorni di silenzio puntellati da nomi per il sostituto di Padalino che definirei di “routine”, è riuscita a portare sulla panchina niente meno che Roberto Boscaglia. Al di là di vecchie (e non dimenticate) ruggini con la tifoseria nerazzurra, ci sono pochi dubbi che la nuova guida del Latina sia un tecnico esperto, vincente e di grande carisma. Il fatto che abbia accettato la proposta del presidente Terracciano è la maggiore garanzia che avremmo potuto chiedere in merito non solo al futuro più immediato (leggi campionato in corso) ma anche rispetto alla stagione futura. Difficile pensare che Boscaglia abbia inteso mettere in gioco la propria credibilità senza avere la certezza che con la riapertura del mercato il Latina si ridisegnerà, riparando le pecche di oggi e nello stesso tempo iniziando a costruire il domani.
Neanche a dirlo, Boscaglia non ha la bacchetta magica, non puoi mica creare l’avatar dell’attaccante che non c’è e probabilmente avrà i suoi problemi quando dovrà provare a dare alla squadra una manovra di costruzione piuttosto che un gioco di controllo e contenimento come è stato di fatto a Catania. Il neo tecnico ha però lo spessore per sostituire alla bacchetta il proprio sapere, le proprie conoscenze e questo può fare sperare che il Latina si sia davvero fermato in tempo prima di precipitare nel baratro.
L’altra sorpresa ce l’ha regalata la squadra andando a espugnare (0-1 con gol di Ercolano) il Massimino di Catania. Una vittoria che si è concretizzata su un grossolano errore avversario ma che il Latina ha sapientemente saputo costruire imbastendo una ragnatela, fatta soprattutto di giro palla, che ha lasciato pochissime chance agli isolani. Se dovessi usare un solo aggettivo, direi che la squadra è stata ordinata e per rafforzare il concetto aggiungerei che è stata compatta, attenta. A eccezione di due leggeri sbandamenti al centro della difesa, il Latina non è andato mai in affanno e non ha concesso chiare occasioni da rete al Catania. I compiti assegnati da Boscaglia erano chiari e ciascuno ha svolto i suoi al meglio. È stato il successo della semplicità e dell’applicazione, con la squadra schierata con un 3-5-2 che ha escluso Riccardi per mettere Di Livio a servizio di Petermann e viceversa, con Ndoj intento ad accorciare le distanze nel momento della proposizione della manovra. Bene la difesa dove la palma del migliore a mio avviso spetta a Edoardo Vona e bene hanno fatto pure Martignago e Improta che, forti del fatto d’essere una improbabile coppia di attacco, non hanno avuto alcuna pressione e hanno potuto giocare nella libertà di proporre e di provare ciò che al momento l’incontro permetteva di fare.
Ad essere pignoli è stato perso qualche pallone di troppo in impostazione e, nel finale, le ripartenze andavano sfruttate al meglio, ma se riavvolgiamo la pellicola della settimana e riandiamo al confronto interno con l’Altamura, quello che abbiamo visto a Catania è oro e considerata l’attuale quotazione del metallo prezioso, vale davvero tanto.