Latina, bisogna lavorare sui dettagli per fare la differenza

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio.
02.03.2025 21:00 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Latina, bisogna lavorare sui dettagli per fare la differenza

Se tre indizi fanno una prova, allora dopo i confronti con Giugliano, Benevento e Team Altamura abbiamo la quasi certezza che Roberto Boscaglia abbia trovato l’identità tattica del Latina che meglio risponde alle sue aspettative. Tra il 4-2-3-1 e il 3-5-2 il tecnico siciliano pare avere optato in modo deciso per il centrocampo a tre e pure le scelte dell’undici titolare appare ormai fatta, a meno di piccoli ritocchi motivati da infortuni e squalifiche. In difesa le chance minori sono per Berman, ormai ai margini del progetto tattico di Boscaglia che si affida a Vona, Crescenzi e Marenco con Motolese in pole tra le alternative offerte dall’organico. In mediana Petermann, Gatto, Improta sono gli inamovibili, o quasi, ed è Riccardi più di Di Livio a fare da jolly nelle scelte del trainer.  Davanti Ekuban e Mastroianni fanno ormai coppia fissa anche se Zuppel potrebbe aspirare alla maglia dell’attaccante ex Turris, dipenderà dalle sue capacità realizzative e, sul piano tattico, dalla disposizione a dare profondità alla manovra nerazzurra.

C’è da chiedersi se siano le scelte migliori. Ad Altamura il Latina ha disputato una buona gara, avrebbe meritato la vittoria, negatagli prima di tutto da due legni, ma al tirare delle somme senza l’ingresso di Ndoj, sua la punizione decisiva, e di Crecco, autore del gol del pareggio, saremmo qui a commentare l’ennesima sconfitta esterna della stagione. È probabile che recuperata la forma migliore Crecco ritroverà un posto da titolare con Improta spostato sull’out di destra e Rapisarda dirottato in panchina se non arretrato in difesa.

Boscaglia tra le diverse opzioni a sua disposizione ha preferito quella che dà probabilmente maggiore equilibrio alla squadra e nello stesso tempo appare anche la più conservativa. È un Latina che manovra, che gira la palla, che sviluppa il gioco per vie centrali per poi trovare l’ampiezza negli ultimi venti, venticinque metri, ma non aggredisce, non pressa. È un Latina dove le mezzali sostengono gli esterni in fase di proposizione, mentre in contenimento cercano di oscurare sul nascere l’azione avversaria. Una squadra che chiede molto, forse troppo agli esterni.

Una squadra, e l’ho già sottolineato di recente, che deve curare i movimenti della difesa, in particolare sui calci piazzati. Anche ad Altamura in occasione del gol di Leonetti, un attaccante è marcato da un esterno, Improta, mentre due centrali (Marenco e Vona) sono in piena area, completamente liberi da marcature. Era capitato con il Benevento, nell’azione che ha portato al gol di Lanini, è capitato a Giugliano quando in almeno due occasioni la chiusura dell’esterno è risultata tardiva. Il Latina sui calci piazzati difende a zona ma se gli attaccanti avversari si ritrovano ad essere contrastati da un esterno se non addirittura da Mastroianni o Ekuban, c’è qualcosa da rivedere.

Se Boscaglia ha affettivamente trovato la sua quadratura, ora può lavorare con più attenzione sui dettagli che poi sono ciò che fa la differenza.