A Foggia un ko che fa male e toglie certezze al Latina
Con il Latina di questa stagione si è sempre facili profeti. Lo avevo scritto nel precedente editoriale: i nerazzurri tanto velocemente sono saliti nei valori del girone in virtù delle tre vittorie consecutive, tanto rapidamente sarebbe potuto precipitare. E così è stato. Una sola sconfitta, ma contro una diretta rivale come il Foggia (1-0), ha riportato il Latina al quint’ultimo posto, superato dalla Juventus Next Gen e dagli stessi pugliesi, ritrovandosi inoltre con un margine di soli tre punti sulla Casertana, vittoriosa a Torre del Greco. Visto l’andazzo della stagione, la sedicesima posizione con ogni probabilità varrà la salvezza diretta (in considerazione che il divario sulla Turris, penultima, è abbondantemente superiore agli 8 punti) e diventa il primo obiettivo da raggiungere in una stagione così avara di soddisfazioni per i colori di casa nostra.
A Foggia si è rivisto un Latina con i difetti di sempre. Il 4-2-3-1 concepito da Boscaglia prevede, essenzialmente, due linee d’attacco: l’una affidata agli esterni, l’altra al centrale di mediana. A Foggia non hanno funzionato né l’una né l’altra con l’aggravante che Petermann ha girato spesso a vuoto, privando la fase offensiva della sua ispirazione e dei suoi movimenti. Un’impasse che ha finito per coinvolgere anche Gatto, apparso in difficoltà nel contrastare l’avversario di turno.
Il Latina non ha saputo cambiare ritmo, neanche una volta andato in svantaggio. La solita mancanza di reazione da parte dei nerazzurri che non è stata superata nemmeno con gli innesti di Ciciretti, Mastroianni e Riccardi. Il primo si è perso in personalismo di scarsa efficacia e in futuro dovrà cercare d’essere più concreto, Mastroianni ha ribadito di vivere una stagione di tribolazioni mentre Riccardi, nella manciata di minuti che gli sono stati concessi, è stato l’unico a dare segnali di vitalità.
Una prestazione piatta, priva di acuti che ha ben presto risucchiato nel suo gorgo anche Ekuban, a cui probabilmente il ruolo di uomo della Provvidenza sta troppo largo. L’ex Turris non è giocatore in grado di fare reparto da solo, va supportato altrimenti, come a Foggia, finisce con l’essere preda della difesa avversaria.
È stata la prima in nerazzurro di Crescenzi, il che tra l’altro fa ipotizzare l’imminente cessione di Di Renzo. Le aspettative erano alte e sono andate in parte deluse, soprattutto per quanto concerne la gestione del reparto. Ci sta, considerata la scarsa conoscenza dei compagni di linea.
Una sconfitta che fa male, che toglie certezze al gruppo e domenica al Francioni arriva l’Avellino: il Latina giocherà conoscendo il risultato del confronto tra Casertana e Messina e ne sarà inevitabilmente condizionato.