Latina, una rosa costruita male ma Padalino trovi delle soluzioni
Si può essere sconfitti avendo un centrocampo che allinea giocatori del calibro di Ndoj, Petermann, Riccardi, Di Livio, Improta?
Si può perderei concludendo a rete in 6 occasioni, per limitarci a contare i tiri più pericolosi?
Si può venire superati da un avversario oltre modo modesto che mette a referto un solo tiro in porta, quello vincente, e non calcia neanche un corner contro i 13 dell’avversario?
La risposta ce l’ha data domenica il Francioni: sì, si puoi perdere. Una punizione di de Rosa a meno di 10 minuti dal termine ha deciso il confronto tra Latina e Giugliano, regalando tre punti agli ospiti, che ringraziano per la grazia ricevuta, e facendo sprofondare il Latina nei bassifondi della classifica.
Ma se le statistiche sono tutte a favore dei nerazzurri, allora perché il Giugliano ha vinto? A fare gli spiritosi potremmo rispondere perché nel calcio vince chi mette il pallone in rete. A fare la figura dei geni, si potrebbe dire che il Latina perde perché continua a non segnare (guarda un po’, non ce n’eravamo accorti!). Ad essere critici, potremmo affermare che la sconfitta è arrivata perché Padalino nella ripresa, in tempi diversi, ha sostituito chi gi aveva fino ad allora garantito finalizzazione e pericolosità: Ndoj, Capanni e Martignago.
Tre risposte che per carità hanno senso, ma non risolvono i problemi che attanagliano il Latina in questo momento.
Il Latina non finalizza, ormai è un dato di fatto, ma non possiamo limitarci a dire che gli attaccanti non segnano perché incapaci, perché è stato sbagliato il mercato estivo. Anche se fosse vero (e in buona parte lo è) dove porta tutto questo dato che l’organico questo è e tale rimarrà fino alla riapertura delle liste? Con questa solfa, siamo già belli che retrocessi al termine del girone di andata.
Piuttosto, e qui entra in gioco Padalino, bisogna trovare i movimenti perché gli attaccanti che abbiamo possano esprimere le poche (o tante) potenzialità che posseggono. Non è possibile che nessuno di loro dia profondità, concluda a rete (Capanni fa eccezione) dentro l’area, apra spazi o si faccia rispettare nel gioco aereo.
Guardando poi al Latina della ripresa (nel primo tempo la prestazione è stata convincente) continuo a sostenere che nella ricchezza di nomi e di soluzioni offerte dal centrocampo, debbano essere fatte delle scelte, negli uomini così come nella disposizione tattica. In particolare mi sembrano in sofferenza due punti fermi del Latina delle scorse stagioni: Riccardi e di Livio. Ho avuto l’impressione che entrambi abbiamo avuto difficoltà nel muoversi sulla linea di trequarti dovendo fare spazio alle salite di Ndoj, tant’è che Di Livio è cresciuto molto nel momento che l’ex Brescia è stato richiamato in panchina. Il capitano però, anche laddove riesce a muoversi al meglio deve essere messo in grado di dare concretezza al suo moto perpetuo, troppo spesso domenica ha corso a vuoto. Riccardi, ahinoi, una volta di più ha confermato che la continuità non è nelle sue corde: brillante con la Cavese, impalpabile con il Giugliano, per un allenatore diventa difficile comprendere cosa mai potrà ottenere da lui.
Tempo per rimediare ce n’è (30 giornate) ma nei prossimi quattro turni, bisognerà affrontare, tra le altre, Benevento, Catania e Monopoli, vale a dire il vertice della classifica.
Il rischio si fa sempre più alto.