Col Cerignola un Latina remissivo. Non resta che sperare nel mercato
Sarà pur vero che il tecnico conosce meglio di qualunque altro cosa ha chiesto e preteso dalla propria squadra, ma ciò non di meno mi resta difficile essere d’accordo con Boscaglia quando al termine del confronto con il Cerignola ha esternato il proprio apprezzamento per la prestazione dei suoi uomini.
Contro i pugliesi ho visto una squadra remissiva e a tratti confusa, in difficoltà nel proporsi nella metà campo avversaria. Boscaglia negli spogliatoi ha spiegato che il Latina ha volutamente lasciato campo al Cerignola così da crearsi gli spazi necessari alle ripartenze. È la seconda volta che il Latina intenzionalmente rinuncia ad aggredire l’avversario, la prima risale al confronto interno con il Crotone e sappiamo bene come è finita. L’attuale versione del Latina non può concedersi il lusso di concedere campo all’avversario, per una serie di motivi: le difficoltà della difesa nel contrastare una pressione costante, l’assenza totale di profondità nella manovra, aggravata dall’incapacità di occupare in velocità l’ampiezza e gli spazi a disposizione. In assenza di ripartenze, una tattica opportunista si trasforma in un atteggiamento difensivistico che svela timori e insicurezze del gruppo.
Il Latina pur lasciando costantemente l’iniziativa al Cerignola ha retto fintantoché i pugliesi si sono mossi a velocità di crociera, anteponendo la fisicità alla rapidità, la solidità offensiva alla imprevedibilità. A cambiare il corso del confronto ci ha pensato l’inserimento di Ruggiero per un volenteroso ma inconcludente Jallow. L’italo inglese ha scompaginato le posizioni definite, i suoi movimenti hanno tolto punti di riferimento alla difesa nerazzurra che dal suo ingresso ha iniziato ad arginare con sempre maggiore difficoltà l’offensiva pugliese.
S’è avvertita l’assenza di Petermann. Ndoj, nonostante qualche brillante iniziativa, non ha la personalità per guidare la squadra e un simile compito non si poteva pretendere lo garantisse Cittadino, alla sua prima da titolare, impegnato più a interdire che a costruire gioco. Una volta di più, Di Livio ha confermato di soffrire una posizione in campo che ne imbrigli l’iniziativa e, soprattutto, che lo costringa a muoversi senza palla. Non merita giudizio migliore Improta che dà l’impressione di non essere entrato ancora in sintonia con la squadra e con quanto richiesto dall’allenatore. In un concetto: il Latina il confronto l’ha perso in mediana, laddove non ha distrutto e nemmeno costruito.
Il Latina non s’è mai proposto sulla trequarti altrui se non con l’arrembaggio finale che comunque non è andato oltre l’esercizio di resilienza che offre un pizzico di speranza per il futuro, laddove più che la volontà e la capacità dei singoli molto dipenderà dalle capacità della società di operare in sede di mercato.