Latina incompiuto e il tempo non è alleato di Boscaglia

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio.
05.11.2024 00:11 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Latina incompiuto e il tempo non è alleato di Boscaglia

Il Latina è una squadra incompiuta, nell’organico come nel gioco. Due incompletezze indissolubilmente legate l’una all’altra. Che l’organico nerazzurro sia totalmente privo di attaccanti è un dato di fatto ed è fuorviante elencare sotto la categoria punte i nomi di Mastroianni, Bocic, Addessi, Improta, Martignago.  Una cosa è avere giocatori attaccanti per definizione del ruolo, altro è avere elementi che attaccanti lo sono in campo, nel gioco, nei movimenti, nel numero di realizzazioni.

L’evidenza è sotto gli occhi di tutti: 5 reti in 13 giornate, il peggiore attacco di tutti i campionati professionistici italiani.  E che il Latina sia una squadra incapace di nuocere ne abbiamo avuto una conferma, non richiesta, dallo sconfortante nulla di fatto ottenuto a Biella, contro la Juve Next Gen, fanalino di coda del girone C. Il Latina affrontava una squadra reduce da 6 sconfitte consecutive, se la vedeva con la peggiore difesa del girone e ciò nonostante non è riuscito ad andare in rete. Bocic e Improta si sono rivelati due lontani surrogati di un attaccante, ma non se ne può fare loro una colpa costretti come sono stati dagli eventi e dalle lacune dell’organico ad agire in un ruolo che non gli appartiene.  Boscaglia, come prima Palladino, è alla ricerca degli uomini e dei movimenti in grado di mascherare i buchi del roster, ma al momento la soluzione appare lontana.

E qui si inserisce l’incompiutezza del gioco. A Biella per lunghi tratti il Latina ha espresso un gioco dominante, non ha concesso ai giovani della Juve di superare la linea di centrocampo ma ciò non di meno non ha creato azioni da rete, non ha mai raggiunto il fondo, ha concluso poco verso la porta avversaria. Ai nerazzurri sono mancati 20 metri, gli ultimi 20 metri. È lì che la squadra si è persa, vanificando la lunga fase di costruzione. La manovra si è completata fino in fondo in poche occasioni, in particolare nel finale quando a rendersi davvero pericoloso è stato Di Renzo, un difensore. C’è bisogno di dire altro?

Spero che Boscaglia sappia come rimediare tatticamente alla povertà di numeri e di qualità lì davanti, altrimenti da qui alla riapertura di mercato sarà un calvario. Le soluzioni possono essere tante e si chiamano densità, inserimenti, conclusioni, superiorità numerica.

Ci si deve lavorare ma il tempo, nonostante ce ne sia ancora in abbondanza, non è un alleato del Latina.