Con l'Avellino un confronto a perdere. Ma a Messina non si può sbagliare
Da domenica, dal confronto con l’Avellino, c’è un pensiero che di tanto in tanto mi frulla nella testa. Una riflessione banale, direi di più, banalissima: l’operazione Lescano (acquistato dal Trapani) tra cartellino e contratto costerà agli irpini quanto l’intera stagione del Latina. Avellino che già può contare su Patierno (11 gol) e Sounas (7) che da soli valgono quasi il totale delle reti messe a segno dai nerazzurri (19), per non dire che Biancolino in organico al momento ha anche Gori (destinato alla cessione) che di gol ne ha realizzati 5.
E se in testa ho questo pensiero, negli occhi (e nelle orecchie) ho il muro di tifosi che per una volta hanno dato un senso alla curva ospiti del Francioni: un muro che si è mosso all’unisono e che mi ha ricordato le immagini della tifoseria del Bari, stagione 2021-2022, salita a Latina per festeggiare la vittoria che è valsa ai pugliesi la promozione in B.
La partita con l’Avellino sotto qualsivoglia prospettiva la si volesse vedere era un confronto a perdere. Poi si sa, il calcio riserva mille sorprese, non è detto che il più forte vinca e questo rende il pronostico non sempre scontato. Domenica non è andata così, ha vinto la squadra più munita. E ha prevalso semplicemente perché ha in organico i giocatori più forti, elementi che consentono al tecnico Biancolino di variare a piacimento il tema tattico nella consapevolezza di arrivare comunque alla conclusione e con essa al gol.
Contro un avversario di tale spessore il Latina ha fatto del suo meglio, almeno per un tempo. L’errore di Zacchi in apertura di ripresa ne ha indebolito la reazione ma a differenza della precedente prova di Foggia, la squadra ha continuato a giocare seppure con i limiti che ormai conosciamo.
Si è fatta preferire la catena di sinistra dove Improta ha meglio ottemperato alle due fasi, offensiva e difensiva, di quanto non abbia fatto Ercolano e dove Petermann, proprio per i movimenti dell’ex Benevento, ha trovato maggiore spazio per provare a ispirare qualche trama offensiva.
È stata l’ennesima chiamata senza risposta per Riccardi che non è riuscito a emergere, vuoi anche per la menzionata scarsa collaborazione di Ercolano. È stata l’ennesima prova non immune da errori della difesa che, per dirla tutta, non paga tanto l’irruenza di Vona oppure le difficoltà di gestione della linea di Crescenzi, quanto il fatto che sia un reparto dove si fa minutaggio per i giovani.
Al solito, l’attacco continua a non fare il suo mestiere e i due errori di Ekuban (perché tali sono) sull’1-0 sono un lusso che una squadra in pericolo come il Latina non può permettersi. Come non si può permettere i tocchi di fioretto di Ciciretti da cui ci si aspetta maggiore concretezza. La stessa che non riesce a trovare Mastroianni, che per mezz’ora ha inutilmente cercato di dare un senso alla sua presenza in campo, senza però riuscirvi.
Intanto, a proposito di società con ricche gestioni, il Trapani esonera Capuano e ingaggia il quarto allenatore. Altre realtà sono invece ormai al collasso ed è il caso del Taranto che rischia di sparire, eventualità che inguaierebbe il Latina la cui classifica si impoverirebbe di 4 punti contro i 3 della Casertana cosicché la distanza tra le due si assottiglierebbe a sole 2 lunghezze accendendo la lotta per evitare il terz’ultimo posto che porta all’unico spareggio della stagione, quello con il Messina. E proprio i siciliani saranno i prossimi avversari a cui il Latina andrà a rendere visita, un confronto che i nerazzurri hanno l’obbligo di vincere.