Con la Cavese un successo sporco che ha riacceso la speranza

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio.
10.02.2025 12:00 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Con la Cavese un successo sporco che ha riacceso la speranza

La vittoria sulla Cavese è l’espressione della forza ma anche della debolezza del Latina. E’ evidente che il successo sui campani di Maiuri abbia un valore doppio, non ottenerlo avrebbe avuto un effetto devastante sulla classifica dei nerazzurri che invece rimangono agganciati alla quota salvezza. Di solito ho più di una remora ad attribuire un successo al carattere e alla determinazione di chi lo ottiene (preferisco dare priorità alla tecnica e alla tattica) ma devo forzare me stesso e sottolineare come la vittoria sulla Cavese sia soprattutto frutto dell’impegno, della solidità, del carattere di Petermann e compagni. Ho visto una squadra decisa, risoluta, di personalità. Ma se venerdì sera la “cazzimma” è stata la forza del Latina, allo stesso tempo ne ha dimostrato la sua debolezza.

È stato un successo sporco, che è esattamente il contrario di un successo limpido. Una vittoria strappata con i denti, soffrendo, affidandosi alla concretezza. Il Latina non ha sovrastato l’avversario (se non nei primi 20’) bensì a tratti lo ha patito dando dimostrazione di forza, perché ha resistito, e nel contempo di debolezza, perché ha ceduto campo all’avversario, concedendogli occasioni e recriminazioni (per la mancata concessione di due rigori). Applaudiamo una squadra vincente, che ha ottenuto e combattuto per conquistare tre punti vitali, ma non ancora una compagine di certezze, che ci assicuri di non ricadere nelle apatie e nella confusione che ne hanno costellato la stagione.

Non è stata una settimana facile per Boscaglia e per la società. “Chiedere è lecito, rispondere è cortesia” recita un detto latino e il tecnico del Latina in settimana ha risposto alle domande (e perplessità) di dirigenti, tifosi giornalisti ribadendo che le scelte sono sue e di nessun’altro. Prendere o lasciare.

Boscaglia va avanti per la sua strada e fa bene perché è il suo ruolo. E che metta in campo quel che gli frulla in testa lo ha ribadito anche venerdì concedendo l’esordio a Motolese e lanciando nella mischia Rapisarda, che aveva avuto giusto il tempo di capire dove fosse Latina e di che colore fosse la maglia da gioco. Con l’ultimo arrivato in campo, Boscaglia ha optato per il 3-5-2 pur avendo soltanto un esterno di ruolo, Improta (il migliore della serata), sopperendo al basso tasso offensivo con il duo d’attacco Ekuban e Mastroianni (deludenti e bocciati a Messina) con l’obiettivo di ottenere profondità con il primo, prestanza e gioco aereo con il secondo.

È andata bene anche se Ekuban ha sì dato profondità ma non ha mai difeso palla e Mastroianni s’è sfiancato nel dare sostegno al lavoro di contenimento a cui la Cavese ha costretto i nerazzurri. È stata pure la serata dei rientranti Riccardi e Di Livio, un ritorno senza botti ma di livello e di applicazione, per due pedine che possono dire e dare ancora tanto.   

Da venerdì scorso c’è la speranza, non ancora la certezza.