Latina, a Benevento una non prestazione ingiustificabile

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio.
14.10.2024 09:30 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Latina, a Benevento una non prestazione ingiustificabile

Ogni commento in merito alla pesante debacle del Latina a Benevento (5-0) è a tal punto banale da risultare superfluo. Neppure le tanti attenuanti (e ce ne sono) riescono ad assolvere i nerazzurri, a giustificare una “non” prestazione che rende ancor più precaria la loro classifica: penultimi a una sola lunghezza dalla Juventus Next Gen e dal Taranto, che nel turno ha colto la sua prima vittoria stagionale superando nientemeno che l’ex capolista Picerno.

Stavolta c’è poco da spiegare, da interpretare, da analizzare. La cronaca dei singoli episodi la vince alla grande su qualsivoglia analisi: dall’errore di Cardinali in apertura di confronto all’espulsione evitabile e da evitare di Ndoj con l’intermezzo degli infortuni prima di Capanni e poi di Edoardo Vona.

Episodi che si sovrappongono agli errori. Non c’è gol del Benevento che non abbia avuto per coprotagonista in negativo un giocatore del Latina. Cardinali sul primo, l’intera difesa (in cinque a chiudere sul primo palo lasciando sguarnito il centro dell’area) sul 2-0, Di Renzo sul terzo, Berman sul quarto ed Ercolano sul quinto. Errori tecnici, ma soprattutto errori di attenzione, concentrazione il che li rende ancora più gravi per una squadra che, è nell’ordine dei numeri della classifica, a questo punto deve lottare per la salvezza.

Gli episodi non devono però mascherare le grandi difficoltà che il Latina ha avuto nel costruire gioco anche quando la partita non era ancora del tutto compromessa, non devono mascherare l’assenza di reazione nei nerazzurri.

Una volta per tutte: il possesso palla non è sinonimo di gioco ed il Latina anche laddove ha avuto la palla tra i piedi, è immancabilmente mancato in fase di rifinitura, vuoi per mancanze di soluzioni tattiche, vuoi anche e soprattutto per una urticante impalpabilità dei suoi elementi. Il centrocampo, anche con Ndoj in campo, ha dato l’impressione di non riuscire ad andare “oltre”, di cercare senza fortuna una linea di sviluppo di gioco.

E quando la nave nerazzurra è stata colpita e affondata in pochi hanno cercato nell’impegno la dignità per non essere travolti dal fallimento. Petermann neanche il tempo di subentrare che si è subito arreso all’impotenza del momento, Improta ha evidentemente sentito troppo il peso del suo passato con le Streghe e non è mai entrato in partita mentre Riccardi, come spesso gli accade nei momenti di difficoltà, si è fatto trascinare nel vuoto cosmico dall’andamento negativo del confronto. Ha resistito soltanto Di Livio che ne ha prese e ne ha date, ma non sempre David ha la meglio sul Golia di turno.

Sabato al Francioni arriva l’Altamura di Di Donato e come nei peggiori incubi è il recente passato che torna,  si fa presente. Un presente che rischia di togliere il futuro ai nerazzurri.