Latina, senza passi in avanti dove sta la credibilità del progetto?
Non sono la sconfitta e nemmeno le dimensioni del punteggio bensì è la prestazione del Latina a Benevento a suggerire preoccupazione in vista dell’ultima di campionato, sabato prossimo, al Francioni con il Taranto.
In Campania è sceso in campo un Latina in emergenza e lo si è visto. Come si è però vista una squadra confusa, nel secondo tempo perfino inerme, involuta. E’ come se la bella vittoria sul Foggia avesse svuotato i nerazzurri di qualsivoglia motivazione, da allora tre sconfitte che hanno messo a repentaglio l’obiettivo del settimo posto, divenuto oggi un traguardo che dipende sì dal risultato del Francioni ma è anche fortemente condizionato dagli esiti degli impegni del Crotone e del Giugliano.
A Benevento si poteva poco, non è stato fatto neanche quel poco. L’impressione è che oltre l’emergenza, il campionato pretenda oggi il pagamento del pegno per i tanti (troppi?) rischi assunti sin qui dal tecnico Fontana. Quando i rischi si perpetuano nel tempo diventano sfide e le sfide si vincono o si perdono, non ci sono mezze misure. Fontana in questo momento le sta perdendo, vincendo sabato con il Taranto potrebbe ribaltare l’esito della sua avventura sulla panchina pontina. Riccardi dà l’impressione di vivere una fase di rigetto del suo nuovo ruolo di mediano, i quarti che sono stati acquistati per fare i quinti (vedi Ercolano, Crecco) continuano a non garantire la continuità nelle prestazioni, i trequartisti pagano un trascorso chi da esterno, chi da seconda punta, chi da mediano. Troppi uomini fuori ruolo perché la squadra possa avere uno spessore tattico solido, al di là del contingente stato di emergenza.
Uno stato precario reso perdente dai continui errori individuali che chiamano in causa soprattutto la difesa, ormai smarrita: Marino e Guadagno sul secondo gol, De Santis sul terzo, Vona sul rigore del poker, conseguenza diretta dell’impostazione dal basso.
Ha ragione chi sottolinea che l’importante è centrare i play-off, al di là del posizionamento in classifica. Una verità che diventa molto parziale se vista nella prospettiva dell’obiettivo posto dalla società: migliorare la classifica dello scorso anno. Che differenza vuoi che faccia una posizione? La fa, eccome se la fa. Il tifoso può anche rinunciare a sognare e decidere di sposare la politica dei piccoli passi seguita dal club, ma i passi, seppur brevi, vanno fatti in avanti e non indietro, altrimenti dove sta la credibilità del progetto?