Latina, senza interventi sul mercato non si va molto lontano
Il Latina visto contro la Casertana mi ha sorpreso. La brutta sconfitta in Coppa Italia con il Perugia, il mercato ancora al palo fatta eccezione per l’arrivo di Milos Bocic, non certo un nome da fare sobbalzare sulla sedia, e la modesta prestazione in amichevole con la Lodigiani mi avevano predisposto ad una serata di scarse soddisfazioni.
E invece, mi è piaciuta l’idea di calcio proposta da Padalino, il suo ricorso alla tattica per mascherare le lacune dell’organico, sia detto in termini numerici come di qualità. Consapevole delle difficoltà del reparto arretrato, ha limitato il raggio di competenza dei centrali schierando una difesa a 4 piuttosto che a 3, tutelando soprattutto Vona e, in seconda battuta, Cortinovis, indebolito da un precampionato quanto meno agitato. Analoghi motivi (limitare i danni) hanno poi portato il tecnico a dare manforte alla coppia di attacco sostenendola con l’apporto di Di Livio. E qui il discorso si fa un po’ più complesso e rischia di dare vita a un tormentone tattico mica da niente. Con Di Livio dietro le punte, Padalino ha optato per una mediana a tre dove se da un canto Ciko ha lavorato a contatto con Petermann dall’altro Riccardi si è tenuto a distanza, allargandosi sull’esterno. Mi auguro sia il primo passo di un lavoro di disintossicazione dell’ex romanista dalle scorie di una mezza stagione in cui Fontana lo ha svilito nel ruolo di mediano, rendendone quanto mai confuso il profilo tecnico. A maggio scorso c’era da chiedersi cosa fosse Riccardi: un trequartista, un esterno, un mediano? La sua posizione in campo contro la Casertana non è stata casuale, Riccardi in questo Latina deve tornare a manovrare da esterno, al più da trequartista, se vuole trovare spazio in squadra. E allora il tormentone dove sta? Per il momento è del tutto immaginario, ma si intravvede il rischio che uno tra Riccardi, Ndoj, Petermann, Ciko e Di Livio sia di troppo, ossia che di volta in volta Padalino dovrà equilibrare la squadra a seconda dell’avversario da affrontare. Tanto più che proprio il tecnico nerazzurro ha spiegato come Ciko sia da considerarsi inamovibile e come Riccardi abbia una sua precisa identità tattica: «Il box to box sarà compito di Ciko non certo di Di Livio che non può assicurare le due fasi di gioco. Di Livio ha la gamba corta e pertanto è deputato a una posizione più alta rispetto a Riccardi, dotato di una gamba più lunga». Non sono le parole precise di Padalino, ma il concetto è chiaro.
Non mi soffermerei invece sull’amarezza per una vittoria sfumata all’ultimo respiro della partita. Focalizzarsi sull’episodio significa trascurare il peso fondamentale che ha avuto sull’andamento della gara l’espulsione di Calapai e il successivo rigore trasformato da Di Livio. Con i “se” e con i “ma” non si va molto lontano, ma la Casertana nel finale di primo tempo aveva dimostrato di avere preso possesso del gioco ed era cresciuta notevolmente, dando l’impressione di potere passare da un momento all’altro. Con il che, appare evidente come l’episodio di avvio ripresa abbia sconvolto la trama del confronto e il Latina debba rammaricarsi non tanto del pareggio altrui, quanto piuttosto della propria incapacità a consolidare il vantaggio.
L’episodio dell’espulsione di Calapai ha contribuito a far sì che i limiti del Latina non si palesassero con evidenza. Il fatto che non si siano visti, non esclude però che i limiti ci siano: il Latina di oggi non sembra in grado di andare molto lontano. Gli interventi sul mercato sono un’esigenza, di sicuro non un’opzione.