Latina, l'enigma del centrocampo e un attacco che ancora stenta
La definisco “Sindrome di Bartali”. Lo scrivo per i più giovani, Gino Bartali è stato un protagonista del ciclismo a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, ha vinto tutto tranne il titolo iridato, ed era noto anche per la sua vena polemica, quando una situazione non gli garbava il suo motto era “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”.
Ed è un po’ questo il tenore dei commenti che ho letto all’indomani della prima sconfitta stagionale del Latina, a Torre del Greco, avversario la Turris (2-0). Offuscati dalla delusione, si rischia però di cadere nella faziosità, di apparire per certi versi ingenerosi. Che il Latina abbia giocato una partita al di sotto della sufficienza non c’è dubbio, ma da qui a prendersela per esempio con Cardinale come se le conclusioni vincenti di Scaccabarozzi e Morrone fossero parabili e scaturissero da un suo piazzamento non corretto ce ne passa. Per una conferma, vedere il quarto gol del Messina contro il Taranto, marcatore Frisenna. Per onestà bisogna sottolineare che la vittoria della Turris s’ è concretizzata essenzialmente in virtù di due conclusioni casuali, per quanto belle, e di una gran parata del portiere Marcone o, se preferite, di una gran baggianata di Ercolano, molle nella conclusione ravvicinata quando lo svantaggio era ancora di un solo gol. Senza per questo sminuire la grande prova di Giannone e degli stessi Morrone e Scaccabarozzi.
Questo spazio, “l’editoriale”, è nato proprio per evitare i commenti più scontati, per tentare di dare una spiegazione a una vittoria, a una sconfitta, a un semplice pareggio. Una spiegazione che spesso è volutamente una provocazione, nel tentativo di aprire un confronto imperniato su una opinione pensata e non semplicemente “urlata”.
E allora cerchiamo di capire perché il Latina è franato al cospetto della Turris. Tralasciando l’assenza di reazione, una certa arrendevolezza nell’atteggiamento, i nerazzurri sono venuti meno in modo colpevole e decisivo nel reparto centrale, privo dello squalificato Petermann, sostituito in regia da Riccardi. S’è quindi rivisto l’ex romanista nel ruolo di centrocampista centrale, anzi di mediano, e non capisco perché si continui a perseguire una siffatta stortura tecnico e tattica. Non comprendo perché una soluzione di emergenza sia con il tempo diventata una consuetudine. Riccardi non ha i tempi, non ha la solidità fisica, non ha la tenuta atletica che si richiede a un centrocampista. La sua azione davanti alla difesa ha efficacia soltanto a sprazzi, e non gliene si può fare una colpa.
Il Latina gioca con il trequartista e il ruolo viene affidato a Di Livio che trequartista non è, a differenza di Riccardi. Di Livio ha i tempi, ha i movimenti, ha la visione del centrocampista tant’è che si ritrova spesso a dialogare sulla linea centrale. Una cosa Di Livio non ha, la potenza della conclusione, caratteristica che appartiene a Riccardi. Padalino lo ha già spiegato, è una questione di gamba, lunga o corta. Di Livio a suo avviso ha la gamba corta e pertanto gioca alto, Riccardi ha la gamba lunga e gioca più arretrato. Ma considerato che lì davanti nessuno detta la profondità (se non Bocic che però gioca sempre più largo), fare una distinzione di gittata della gamba sembra superfluo.
La qualcosa sposta l’attenzione sul reparto avanzato che come si teneva ha confermato d’essere aleatorio nella consistenza e nell’efficacia tant’è che le due conclusioni più pericolose della serata sono venute da un esterno, Ercolano, e da un interno di mediana, Ciko. Bocic ha ribadito di essere un buon rifinitore che vede poco la porta, mentre Mastroianni stenta a ritrovarsi e rimodulare il suo gioco nell’assenza di un compagno di reparto con le caratteristiche di Fella o Fabrizi. Padalino avrà di che lavorare per dare dignità di reparto a elementi che al momento sembrano non integrarsi tra loro.
Buona, per concludere, la prova di Berman, all’esordio. Dovesse ripetersi, il Latina avrà trovato un ottimo compagno per Cortinovis e Padalino una opzione in più per provare ad affidarsi a una difesa a tre. Attendiamo conferme.