Latina fuori a testa alta. Ma le prove d'orgoglio servivano in campionato
Il Latina non fa sua la partita che avrebbe dovuto vincere, che avrebbe meritato di vincere. Il nulla di fatto di Taranto pone la parola fine sulla stagione dei nerazzurri, eliminati dal tabellone dei play-off già al primo turno, proprio come lo scorso campionato. A differenza della passata stagione, quando furono superati dal Monopoli (1-0), stavolta i nostri portacolori hanno evitano la sconfitta e si sono dovuti piegare soltanto (e non è poco) alla migliore classifica del Taranto. L’uscita di scena del Latina è stata accompagnata da una grande quantità di complimenti, la superiorità marcata allo Iacovone è stata riconosciuta perfino dagli stessi avversari, a esclusione di Capuano che al solito ha giocato a fare l’istrione. Prestazione maiuscola sottolineata nel dopo partita, e non poteva essere altrimenti, dal tecnico Fontana che ha infilato termini come orgoglio, sacrificio, dedizione, in una dialettica da epica calcistica.
Condivido. Eppure tutti questi complimenti mi bruciano, mi infastidisco al pari di una gigantesca presa per i fondelli. La prestazione è stata maiuscola, ma c’è qualcuno in grado di spiegare che importanza abbia in una partita da dentro o fuori, cosa ce ne facciamo di una grande prestazione a fine stagione? Una prova di questo tenore avrebbe avuto un senso a inizio campionato, a metà stagione, pure nel finale di torneo perché segno di una squadra in salute, in crescita. Ma in una partita da vincere assolutamente che senso ha la soddisfazione per una prestazione, questa sì, davvero fine a sé stessa? Mi sembra scontato che tutti noi, e intendo società, tecnico giocatori, tifosi, stampa, avremmo preferito una partita assai più modesta e strappare comunque una vittoria non proprio meritata, come d’altronde è capitato in campionato.
Usciamo a testa alta, ma la prestazione sarebbe servita a Potenza con il Sorrento, con la Turris, a Benevento, con il Taranto all’ultima di campionato e forse non si sarebbero incassate quattro sconfitte consecutive, e forse la classifica finale sarebbe stata migliore, e forse non saremmo usciti alla prima dei play-off, e forse saremmo stati tutti più contenti e soddisfatti.
Neanche a dire che la bella prova di Taranto possa rappresentare il punto di partenza per la prossima stagione perché allora dovremmo parlare di continuità, di conferma di Fontana e con lui di buona parte dell’attuale organico, mentre di tutto questo a oggi non c’è segno alcuno. Anche perché quando si parla di conferme non è una sola partita a fare primavera.
Con il Latina fuori dai play-off, si chiude anche la stagione di questa rubrica che mai come quest’anno è stata seguita dai lettori. Lo ripeto da anni, gli editoriali non sono scritti contro o a favore di chicchessia, sono nati con il solo intento di non banalizzare il commento delle partite del Latina, di offrire un punto di vista, giusto o sbagliato che sia, che porti il lettore a riflettere, a criticare così come a condividere. Spero di esserci riuscito.
Grazie a chi mi ha seguito, grazie agli editori di questo sito, i fratelli Ferri, che con pazienza e una buona dose di incoscienza continuano a dare spazio alle mie esuberanti considerazioni.
A tutti voi grazie!