Il pareggio con il Foggia fa male alla classifica e non solo
Un pareggio che fa male quello del Latina con il Foggia (0-0). Fa male non perché penalizzi i nerazzurri che, anzi, a ben vedere hanno meno da recriminare rispetto ai satanelli pugliesi. È un pari che fa male alla classifica relegando il Latina al quart’ultimo posto, in una graduatoria prodiga di sorprese, vedi su tutte l’Avellino, a cui i nerazzurri renderanno visita sabato. Ed è curioso notare come nelle ultime 6 posizioni della classifica ci siano tre (Turris, Casertana e Taranto) delle quattro avversarie affrontate fin qui dagli uomini di Padalino, come a dire che il Latina è là in fondo nonostante si sia confrontato con le squadre fin qui più deboli del girone.
Con il Foggia è stata una questione di tempi, intesi come frazioni del confronto e come sviluppo del gioco. Palesi le difficoltà del Latina nel primo tempo. Il centrocampo è stato sovrastato dal reparto avversario e ha perso una quantità di palloni, facendosi per giunta anticipare spesso sulle seconde palle. Male Riccardi nel ruolo di mezzo sinistro, spaesato Di Livio nonostante siano state sue le uniche due accelerazioni sulla destra che hanno portato la palla in area avversaria, non pervenuti Petermann e Ciko. Diverso il Latina nella ripresa, dove i protagonisti negativi della prima frazioni hanno cambiato pelle meritando almeno la sufficienza nei giudizi finali. La metamorfosi più evidente è stata di Di Livio che si è acceso, dando luce a tutta la squadra. Oltre alla luce a qualcuno ha pure offerto assist che avrebbero meritato migliore finalizzazione, su tutti la verticalizzazione a favore di Capanni che, con il portiere inerme a terra, ha tentato uno scavetto mandando la palla alta sulla traversa. “Un gol che si segnava pure in mocassini”, è stato il folgorante commento di un collega in tribuna stampa.
Il buon Latina del secondo tempo trova ragione nel miglioramento nei tempi di gioco e a spiegarlo è stato lo stesso Padalino: «Le posizioni con la palla verticale sono rimaste le stesse del primo tempo, se si è avuta la sensazione che fossimo più corti, questo è probabilmente attribuibile ai nostri diversi tempi di gioco. Siamo stati meno timidi, più pronti e questo ci ha permesso di arrivare prima sui nostri riferimenti e di contro ha privato il Foggia degli ampi spazi di cui aveva fruito nella prima parte del confronto».
Se le incertezze della mediana hanno motivi individuabili e quindi risolvibili, non altrettanto può dirsi delle dannazioni del reparto offensivo. Appena due reti messe a segno di cui una su rigore, conclusioni verso la porta provate con il contagocce, partecipazione alla manovra impalpabile. Al di là dei limiti tecnici individuali, che pure potrebbero essere un motivo di tanta sterilità, c’è da pensare, se non sperare, che ci sia altro e questo altro è compito di Padalino scovarlo e curarlo.