Il Latina ritrova la virtù del gioco semplice e pratico
Stesso punteggio, risultato opposto: il Latina nell’arco di appena tre giorni è passato dal subire un pesante passivo nel confronto interno con la Juve Stabia (1-3) alla limpida vittoria di Crotone (1-3).
Un cambiamento nel risultato ma anche nella prestazione che si spiega con il diverso spessore dell’avversario. La Juve Stabia è di gran lunga superiore al Crotone, è squadra mentre i calabresi hanno dato l’idea di essere un’accozzaglia di giocatori messi in campo senza un’idea precisa. La Juve Stabia ha un gioco, il Crotone no. Andatevi a rivedere l’azione del raddoppio della Juve Stabia al Francioni, quattro passaggi hanno trasformato un’azione di rimessa in un’azione vincente, e di contro guardatevi di cosa è stato capace (in negativo) il Crotone nel secondo tempo dell’incontro di domenica. Il confronto è impietoso.
Ma le difficoltà dell’avversario non spiegano del tutto una vittoria così netta, in altre occasioni, opposto ad un avversario in ambasce (vedi il confronto con la Virtus Francavilla), il Latina è uscito comunque sconfitto dal campo.
Può sembrare una battuta ma in realtà non lo è, questa volta a fare la differenza sono state le assenze. Con un organico ridotto all’osso, il tecnico nerazzurro per una volta ha messo da parte la vocazione al rischio (“rischiare per imparare e crescere”, è la sua formula più gettonata) per proporre un undici, un modulo e una manovra con un’impronta decisamente pratica e poco teorica. Va comunque riconosciuto a Fontana l’efficacia di alcune scelte: se le esclusioni di Rocchi e Fasolino dopo le loro prestazioni contro la Juve Stabia erano scontate, non altrettanto può dirsi per l’inserimento di Capanni al fianco di Mastroianni, né tantomeno per il mutare continuo della veste tattica, dai movimenti difensivi (3-5-2) a quelli offensivi (3-4-2-1).
Si è finalmente restituito al centrocampo quel che è del centrocampo: Mazzocco, un centrocampista. Il fatto che in mediana cifosse un giocatore di ruolo, lo si è visto in termini di ordine, di recupero palla, di copertura degli spazi. Messo al posto giusto il giocatore giusto, non ci si è dovuto inventare nulla sulle posizioni degli altri titolari, che hanno ritrovato il ruolo di competenza ed è il caso di Paganini e in particolare di Riccardi. L’ex romanista da interno ha giocato con la continuità e la lucidità che gli erano mancate contro la Juve Stabia, laddove era stato costretto a cambiare di continuo la posizione. Non che questo sia il ruolo dove Riccardi si esprime al meglio, ma perlomeno a Crotone ha avuto ben chiaro cosa gli veniva chiesto da Fontana e questo gli ha consentito di gestire oculatamente le proprie energie.
Giocare semplice non è un ripiego, spesso è una virtù.