Fontana ha riacceso le emozioni del Latina di inizio stagione
Ci si diverte a seguire e tifare Latina, una sensazione di compiacimento che ritorna. La soddisfazione nel raccontare le prestazioni nerazzurre ce l’aveva già regalata Di Donato in avvio di stagione, Fontana è riuscito in un mese a riaccendere quelle stesse emozioni, dando una nuova identità alla squadra.
A dire il vero il confronto con il Catania (1-0) s’è fatto piacevole soltanto dopo il vantaggio di Riccardi che ha avuto il potere di dare fiducia ai propri compagni facendo ritrovare loro fluidità di manovra, idee e occasioni da rete finendo con il legittimare il successo. Difficile infatti prevedere al termine della prima frazione di gioco una evoluzione così positiva per i nostri portacolori.
Fontana ha proposto una formazione che nella continuità con l’undici vittorioso a Brindisi celava scelte che andavano al di là della semplice riconferma. Cerco di spiegarmi. Dopo il brillante secondo tempo in terra pugliese, sarebbe stato molto più scontato proporre Perseu piuttosto che confermare Mazzocco. Così in difesa Marino, di rientro da squalifica, sembrava potesse sperare in una maglia da titolare (che Fontana in passato gli aveva consegnato) più di Vona che a Brindisi, comprensibilmente ancora segnato dalla scomparsa di papà Maurizio, non era apparso del tutto pronto.
La conferma dell’assetto e degli uomini ha inizialmente favorito Cristiano Lucarelli il cui progetto tattico è apparso subito palese: individuato in Riccardi l’uomo faro del Latina, ha agito di conseguenza affidandosi ad un insolito 4-4-2 piuttosto che all’atteso 4-2-3-1 (in sala stampa ha negato di averlo fatto) che ha costruito una gabbia intorno all’uomo più temuto tra i nerazzurri, costringendolo a una posizione più arretrata e limitandone le rapide verticalizzazione. Il Catania per tutto il primo tempo ha ridotto pure il raggio d’azione di Paganini, costretto ad arginare Cicerelli, tra i migliori dei suoi. Nulla però ha potuto il tecnico dei siciliani contro la verve di D’Orazio che ha corso per due, mentre Del Sole s’è limitato da solo non riuscendo a focalizzare la sua generosità e il suo talento. Qualcosa in più avrebbe potuto fare Mazzocco, più presente nel gioco di quanto non lo fosse stato a Brindisi ma ancora troppo arrugginito per non risultare lento nella testa prima ancora che nelle gambe, il che lo ha portato a diversi errori di misura negli appoggi.
Una situazione ben descritta nel post partita da Nana Welbeck: «Sapevano che il Latina ha nel possesso palla la sua forza e siamo riuscito a neutralizzarlo, ma siamo mancati in fase di concretizzazione». Alla fine comunque lo scarto nel possesso palla è risultato minimo: 48% il Latina, 52% il Catania.
A fare da spartiacque il capolavoro balistico di Riccardi che ha indotto Lucarelli a rinunciare all’equilibrio per inserire tutti gli attaccanti a disposizione per un 4-2-4 che ha fatto la fortuna del Latina. Con Cicerelli richiamato in panchina Paganini ha ripreso a spingere con molta più libertà mentre nel vuoto del centrocampo Riccardi ha potuto alzare la sua posizione e con lui tutta la squadra che ha avuto modo di sfiorare in più occasioni il raddoppio.
Ultima notazione per sottolineare la tenuta della difesa nerazzurra (Guadagno compreso) nonostante la costante pressione avversaria della prima frazione, poi ripetuta con meno lucidità nel finale. De Santis ha giocato con grande attenzione, Rocchi ha giganteggiato mentre Vona, seppure messo a guardia del lato dove maggiormente i siciliani hanno provato a sfondare, ha tenuto botta, disinnescando l’offensiva ospite.
Al momento il Latina è di nuovo nei play-off, una posizione che ora va consolidata.