Bruno ha salvato la stagione del Latina, ora si pensi alla prossima

Dal 1992 è collaboratore de “Il Messaggero”, dal 2009 collabora con la “Gazzetta dello Sport”. Inizia scrivendo di baseball, poi cede ai tentacoli del calcio.
21.04.2025 15:00 di  Vincenzo Abbruzzino   vedi letture
Bruno ha salvato la stagione del Latina, ora si pensi alla prossima

Il Latina è salvo, per giunta con una giornata di anticipo e di certo non è un risultato scontato. Dopo la sconfitta interna con il Trapani e la prospettiva di affrontare Picerno, Potenza e Cerignola, l’ipotesi del play-out contro un Messina in forte ascesa appariva concreta cosi come l’esito stesso degli spareggi di fine stagione.

E alla luce di questo pessimismo che trovava ragione negli umori e nelle sensazioni ma anche e soprattutto nei fatti del campo che va attribuito pienamente ad Alessandro Bruno il merito di avere ottenuto la salvezza, consentendo al Latina di centrare un traguardo mai raggiunto prima: 5 stagioni consecutive in serie C.

Non importa che sia alla guida della squadra soltanto da due settimane. Sono convinto, e con me tanti altri, che senza il cambio in panchina il Latina non avrebbe avuto scampo, era ormai avviluppato su sé stesso, era entrato in una spirale che avrebbe portato dritti, dritti alla retrocessione.

Bruno ha agito sulla testa dei giocatori, ha loro dato nuove motivazioni e convinzioni. Ma tutto questo poco o niente avrebbe portato in termini di evoluzione se il neo tecnico non avesse lavorato sulla fase difensiva, su un reparto che lui stesso ha definito “colabrodo”.

Che Bruno sapesse cosa significhi difendersi senza arroccarsi lo avevamo intuito e sottolineato già a Picerno, e sabato contro il Potenza ne abbiamo avuto la riprova. A questo proposito Bruno è stato illuminante nelle sue sintesi. Nel post partita di Picerno aveva parlato di “difficoltà nel difendere alle spalle” per spiegare i motivi per i quali aveva deciso di abbassare sulla linea difensiva sia Crecco che Improta. Sabato, dopo la vittoria-salvezza con il Potenza, ha parlato di “portare ciascuno a difendere uno spazio minore” per spiegare un’altra sua proposta tattica.

Questa volta Improta e, sulla sinistra, Ercolano in sostituzione dello squalificato Crecco, hanno sì continuato a difendere ma in una posizione più alta rispetto a Picerno, piazzati immediatamente alla spella del terzetto di mediana composto da Ciko e Ndoj mezzale, Petermann centrale. Se da una parte questo ha significato il ritorno alla difesa aperta, dall’altra ha evitato che la stessa dovesse preoccuparsi anche degli esterni avversari e quindi di contenere le giocate in ampiezza del Potenza. Così, pur non difendendo a uomo, i centrali difensiva hanno avuto ciascuno un avversario a cui badare: Vona se l’è vista con Rosafio, Marenco con Caturano, Rapisarda con Petrungaro.

La posizione più avanzata di Improta e Ercolano ha consentito pure ai tre in mediana di oscurare l’impostazione di gioco del Potenza da una posizione più avanzata.  A seconda del lato in cui l’azione dei lucani tentava di svilupparsi, ora Ndoj ora Ciko avevano il compito di andare incontro al portatore di palla e mascherare le linee di passaggio tant’è che il Potenza dopo il primo quarto d’ora, non trovando sfogo, ha iniziato a fare girare la palla in orizzontale nel tentativo di aprire un varco nella barriera del Latina.

La posizione di Importa a Ercolano, ha anche permesso ai due di ripartire dovendo coprire meno campo. Obiettivo raggiunto meglio da Improta che non da Ercolano per il semplice fatto che il primo ha avuto migliore supporto da Rapisarda che non il secondo da Edoardo Vona.

Un progetto tattico che ha penalizzato Ekuban e Riccardi. Di verticalizzazioni se ne sono viste poche, il Latina ha spinto soprattutto con fraseggi e di tanto in tanto in ampiezza, Ekuban ha giocato pochi palloni, e quei pochi li ha gestiti pure male. Alla stessa stregua Riccardi è stato “visto” raramente dai compagni e quando ha provato a contenere la fase di impostazione del Potenza ha rischiato di pestare i piedi a Ndoj oppure a Ciko. A riprova di questo, l’ex romanista ha disputato una grande seconda frazione perché Ciko esausto non ne aveva più da dare e gli ha lasciato spazio e tempi di inserimento.

Con la salvezza raggiunta e un contratto che scade il 30 giugno del 2026, ora Bruno ha tempo in quantità per pensare al Latina che vorrà guidare nella prossima stagione, avrà di che riflettere alla luce della attuale deludente stagione.