Un Latina da seguire con attenzione e passione
Poteva vincere, è stato sul punto di perdere, e alla fine in pieno recupero ha pareggiato.
Nel commentare il pareggio del Latina (2-2) a Teramo contro il Monterosi si rimane incerti se dare spazio al rammarico per una vittoria che è sembrata alla portata dei nerazzurri oppure fare buon viso a cattivo gioco considerato che il goal di Jallow ha perlomeno evitato la prima sconfitta stagionale.
Personalmente propendo per l’amarezza (delusione è forse troppo) suggerita dall’evidenza che il Latina si è mosso da squadra, ha lungamente avuto in mano il gioco, non ha finalizzato diverse occasioni da rete ed è rimasto vittima di errori personali (Cardinali sulla conclusione che ha portato al pareggio avversario) e arbitrali (l’intervento di Ekuban su Cardinali in occasione del raddoppio del Monterosi era chiaramente falloso).
Per mia natura non credo però fino in fondo alla casualità, alla valenza degli episodi nel calcio che pur, lo riconosco, hanno il loro peso. Rispetto alle prime due giornate, a Teramo ho visto una versione leggermente, e sottolineo leggermente, meno convincente del Latina. Sul piano delle finalizzazioni, in particolare: quando sei martello, devi sapere martellare altrimenti rischi di diventare incudine e il Latina nella prima mezz’ora di occasioni per martellare ne ha create a iosa concretizzandone però una sola e creando così i presupposti per trasformarsi in incudine.
Comprensibile che dopo 30 minuti sostenuti a ritmi elevati, i nerazzurri abbiano tirato il fiato ma la sensazione è che qualcuno abbia accusato la stanchezza più di altri, in particolare Del Sole, finendo con lo squilibrare l’assetto della manovra: vivace sul lato di mancina, confuso sulla fascia opposta. E qui c’è però anche il rovescio della medaglia. Se da una parte, infatti, De Santis s’è ritrovato comunque più supportato nella difesa della fascia destra, dall’altra Cortinovis, nonostante i tentativi di aiuto di Riccardi, ha patito in solitudine nel controllare la vivacità combinata di Silipo, soprattutto, e Fridiani. È lì che il Latina si è fatto incudine: il non essere riuscito a neutralizzare Silipo ha creato i presupposti per la rimonta dell’undici di casa, seppure favorita dagli episodi già menzionati. Ne è stato consapevole Romondini, il tecnico del Monterosi, che nella ripresa ha accentrato la posizione di Silipo concedendogli così la possibilità non solo di perfezionare ma anche di finalizzare la manovra.
Il Latina ha avuto il merito di reagire, confermandosi squadra tosta e refrattaria alla resa. Un ruolo decisivo lo ha ancora una volta recitato la panchina che se da una parte è risultata inefficace con Paganini, dall’altra s’è rivelata decisiva con Crecco (molto vivace) e Jallow, a Teramo nelle vesti che nelle precedenti giornate erano state di Fabrizi.
Comunque sia andata, è un Latina da seguire con attenzione e passione.