Col Crotone un Latina dai due volti e che lascia ben sperare
Prima ancora che sul Latina, la mia attenzione nel corso dell’incontro con il Crotone si è focalizzata sulla squadra ospite e sul suo modo di interpretare il 3-5-2, lo stesso dei nerazzurri.
Ho cercato di capire (e non è detto che ci sia riuscito) il motivo per il quale spesso l’avversario di turno abbia il controllo del centrocampo. Nel caso dei pitagorici la risposta è stata pressoché immediata: il loro centrocampo ha una impronta decisamente propositiva. A Latina il ruolo di centrale è stato affidato sulla carta a Felippe che però nella pratica ha agito in coppia con Petriccione, i due salivano e arretravano in perfetta sintonia, accompagnando le due fasi di gioco. Il doppio uomo al centro ha offerto maggiore libertà alla mezzala di sinistra, D’Ursi, che ha manovrato spesso alle spalle delle punte Tumminello e Gomez, e non è un caso che le conclusioni più pericolose siano state le sue. Zauli, almeno nella formazione d’emergenza che ha schierato al Francioni (risultavano indisponibili D’Errico, Vitale, Vinicius, Gigliotti e Vuthaj), s’è affidato a un quinto di contenimento, Crialese, e a uno, l’ex Tribuzzi, di movimento. Tribuzzi partiva largo per convergere verso l’interno e questo movimento a tagliare ha costretto il marcatore di turno ad un surplus di attenzione. La copertura di una mediana così offensiva è stata garantita dalla posizione della linea della difesa, tenuta alta a ridurre le distanze.
Detta così, si comprende perché il Latina per un intero tempo sia stato costretto a contenere piuttosto che ad attaccare. Con Cittadino mediano, Di Livio e Rocchi impegnati a tirare su la squadra una volta riconquistata la palla e con diversi metri da coprire prima di rimodulare l’assetto, con Crecco ad agire praticamente da terzino e Paganini a mal partito nell’affondare, i nerazzurri si sono trovati sempre in ritardo per non tacere poi delle tante palle perse in fase di impostazione.
Una situazione che prima o poi avrebbe creato grossi guai al Latina e che ha richiesto l’intervento di Di Donato. Un intervento decisamente sorprendente. Innanzitutto al cospetto di un Crotone fortemente motivato a cercare la vittoria, il tecnico del Latina non solo non si è fatto intimorire, ma mandando in campo tutte le punte a disposizione ha risposto con la stessa sfrontatezza, esternando il medesimo intento di successo. Con una simile (virtuale) potenza di fuoco sul terreno di gioco, questa volta Di Donato ha accantonato il consueto 4-2-4, proposto di solito in simili occasioni, per affidarsi al 4-3-2-1 con Crecco sulla linea di difesa, Paganini centrale, Riccardi e Del Sole trequartisti alle spalle di Jallow. Avrà pure avuto il suo peso la stanchezza del Crotone, ma è un fatto che il Latina è cresciuto, ha “nascosto” la palla all’avversario, ha creato i presupposti per rendersi pericoloso. In particolare Del Sole come trequartista ha convinto, la sua è stata un’azione efficacie, a tratti illuminante.
Buono a sapersi per il futuro.