A Cerignola test non superato, ma non è una bocciatura sonora
Test non superato. Si era scritto anche in questa rubrica che a Cerignola il Latina avrebbe dovuto affrontare una sorta d’esame che ne avrebbe soppesato le potenzialità da protagonista della stagione. Dalla Puglia non è arrivata una sonora bocciatura ma l’esito del test è pur sempre risultato negativo, tanto più che si esce perdenti pure dal confronto a distanza con la Juve Stabia e il Benevento che sullo stesso campo hanno perlomeno strappato un nulla di fatto (0-0).
Lo si sapeva, il Latina avrebbe dovuto affrontare una tra le formazioni più in forma del momento, munita di una difesa impenetrabile che contro i nostri portacolori si è regalata il quinto clean sheet consecutivo. Opposto a un avversario in “palla”, il Latina ha fatto poco anche se a ben vedere c’è molto di casuale nei gol che ne hanno determinato la sconfitta: il primo è scaturito da un contropiede sugli sviluppi di un calcio d’angolo a proprio favore, il secondo su di una conclusione farlocca resa imparabile dalla sfortunata deviazione di Di Renzo.
Dove il Latina ha perso il confronto è però sul piano del gioco. Il Cerignola i gol li avrà pure trovati fortunosamente, ma altri ne avrebbe potuti realizzare. Ha creato diverse occasioni e soltanto la buona serata di Cardinali, il migliore, ha consentito ai nerazzurri di rimanere in partita fin quasi ai titoli di coda.
Tutte le squadre soffrono se attaccate in velocità e il Latina non fa eccezione, ma vale la pena comunque sottolineare come la squadra soffra il rapido sviluppo in ampiezza della manovra altrui. Contro il Monopoli era toccato a Di Renzo trovarsi in mezzo al dialogo stretto degli avversari, a Cerignola stessa sorte è toccata a Cortinovis. Una caratteristica – il dialogo nello stretto – che non è nelle corde dei nerazzurri che alle rapide triangolazioni, preferiscono le percussioni individuali che a Cerignola hanno però trovato con il contagocce.
Ma al di là di queste considerazioni, la partita contro i gialloblu mi sollecita soprattutto una domanda: quale motivo tattico porta Di Livio a giocare così spesso in posizione centrale? Con Cittadino o Biagi al centro, Fella solito ad andare incontro al portatore di palla, la posizione di Di Livio rischia di creare un eccesso di densità e penalizza in termini di imprevedibilità la fase di rifinitura. Un eccesso di generosità o una precisa scelta di Di Donato, suggerita dalla posizione bassa del centrale di mediana e conseguentemente dalla necessità di accorciare le distanze?