Federico Cardella in esclusiva a TuttoLatina.com: "A Latina per vincere il campionato"
Federico Cardella vestirà la maglia del Latina Calcio 1932 nella stagione 2019/2020. Protagonista a suon di gol (19) della cavalcata della matricola Ladispoli verso la salvezza nel campionato scorso, il 25enne attaccante romano arriva a Latina con l'obiettivo di riconquistare un posto tra i professionisti dopo l'esperienza in Seconda Divisione - datata 2013/2014 - con il Castiglione. Per sposare la causa nerazzurra e giocare al Francioni, dal quale è rimasto stregato lo scorso 7 aprile in occasione della sfida di campionato vinta 4-2 dagli uomini di Di Napoli contro i tirrenici - ha rinunciato alla possibilità di tornare subito in Serie C. In vista dell'annuncio ufficiale dell'ingaggio, ecco le sue impressioni in esclusiva ai microfoni di TuttoLatina.com.
Iniziamo con una domanda banale: perché Latina?
Perché dal primo contatto che ho avuto col presidente, a pelle e fidandomi solo delle mie sensazioni, ho capito che sarei dovuto andare lì. Ho rifiutato alcune proposte provenienti dalla Serie C, ma non ho avuto il minimo tentennamento.
Terracciano ha detto che sei rimasto stregato dal Francioni uscendo dal tunnel degli spogliatoi in occasione della sfida di campionato contro il tuo Ladispoli
Lo posso confermare. Stavo percorrendo il tunnel con il nostro capitano, Emiliano Leone, e gli ho detto: "Pensa come sarebbe bello giocare su questo campo e davanti a questi tifosi". Lui mi ha risposto secco: "Pensa a finire l'anno bene e vedrai che le chiamate arriveranno". È stata una sorta di profezia.
O una bella scommessa...
Bisogna ridare entusiasmo a questa piazza. Sono convinto che se riuscissimo a partire bene, vincendo le prime partite, porteremmo i tifosi dalla nostra parte e ne verremmo trascinati.
In passato hai sempre detto che la tua ambizione è quella di tornare a misurarti tra i professionisti. Latina che tappa rappresenta?
Latina è una tappa per raggiungere insieme questo traguardo. Se avessi voluto tornarci sarei andato già quest'anno, avevo 2-3 proposte solo da accettare. Ma, come ho detto, è stata una cosa a pelle: ho sentito che per arrivare tra i professionisti, dovevo passare di qui. Voglio venire qui per vincere il campionato e tornare tra i professionisti insieme al Latina. Non è retorica, ma questa piazza e questo stadio non c'entrano davvero nulla con la categoria.
Come ti presenteresti a chi ancora non ti conosce?
A livello calcistico mi definisco un giocatore semplice. Non mi invento mai cose strane, cerco di mettermi a disposizione per dare il meglio e non salto mai un allenamento perché riconosco che se non mi alleno non sto bene fisicamente. Sono una punta strana, non di quelle che aspettano che caschi la palla in area di rigore. Mi piace partecipare alla manovra e dare una mano ai compagni, pur sapendo che spreco più energie. Del resto la punta l'ho fatta solo negli ultimi tre anni, prima facevo l'esterno a destra. Nella mia carriera ho sempre "rubato il mestiere" con gli occhi, lo facevo quando giocavo sulla fascia e lo faccio anche adesso. Ho imparato a fare i movimenti da attaccante, ma mi piace anche venire incontro e giocare la palla perché so di cavarmela tecnicamente.
Da avversario che impressione ti ha fatto il Latina nella scorsa stagione?
Posso dire che è stata l'unica squadra che ci ha messo in grandissima difficoltà e quando li abbiamo affrontati avevamo già un quadro oggettivo della situazione, avendole incontrate quasi tutte. A livello di gioco ed esperienza ho visto una squadra superiore all'andata. Al ritorno, nonostante non fossimo andati male nel primo tempo, sempre a livello calcistico e di gioco ci hanno massacrati. Arrivavano sempre coi "quinti", al cross e alla conclusione con grande facilità. È una realtà che non mi spiego come non abbia fatto ad arrivare, era più forte del Lanusei e poteva giocarsela con l'Avellino.
Hai già avuto modo di confrontarti con Di Napoli per capire dove potresti venire impiegato?
C'è stata una chiacchierata e mi ha fatto un'ottima impressione. Da quello che ho capito potremmo giocare col 3-5-2 o col 3-4-3. Nel primo caso dovrei fare la prima punta, credo con Corsetti a sostegno. Nel secondo caso l'idea è che io sia il centrale e che Corsetti e Cunzi partano sulle fasce.
A Ladispoli avete fatto scuola per aver saputo creare un gruppo prima ancora che una squadra, andando sempre oltre gli obiettivi iniziali. Quanto sarà importante riuscire a creare lo stesso amalgama, a prescindere dalle individualità?
Ladispoli era al primo anno di D dopo molto tempo e si presentava al via con tanti giovani. Ci siamo subito messi a disposizione l'uno con l'altro e abbiamo fatto immediatamente quadrato, sapendo da che parte remare. Abbiamo avuto tante difficoltà, come ce l'hanno tutte quelle che vanno in D. Ci siamo resi conto che non era l'Eccellenza e ci siamo adeguati. Penso che la filosofia che sta attuando il Latina sia quella di prendere calciatori ambiziosi e che hanno voglia di far bene. Nessuno si accontenta di andare a Latina tanto per, basta guardare a Corsetti che arriva qui con l'obiettivo di vincere. Si stanno cercando giocatori che vogliano qualcosa in più dalle loro carriere e questo può essere un ottimo punto di partenza per andare tutti nella stessa direzione.
Cosa senti di promettere ai tifosi?
Soltanto che darò sempre il massimo per questa squadra, come ho sempre fatto da quando gioco a calcio. Non voglio pormi obiettivi. Spero di fare meglio di quanto abbia fatto nell'ultima stagione, dando una grande mano alla squadra. Per il resto nessun obiettivo personale e nessuna promessa.